È il paradosso della Chiesa, questo che vi racconto adesso; una donna chiamata da Dio e che muore troppo presto a soli venticinque anni che non è mai uscita dal suo monastero, eppure la sua santità, in breve tempo, profuma il mondo di primavera spirituale, varca i confini angusti della storia del suo tempo e diventa, per tutti, modello di santità e maestra spirituale della via dei piccoli del mondo, patrona dei missionari del Vangelo.
Giovanissima, ma con una maturità tale da divenire “insegnate” di vita spirituale, che non insegna cose difficili e complicate, ma cose facili, cose da bambini, insegna a farsi piccoli tra le braccia amorevoli del Padre.
Una bella famiglia, quella di Teresa, dove con la vita e l’amore si respira la preghiera, l’amore a Dio. I coniugi Martin hanno saputo costruirsi negli anni con il loro lavoro una situazione economica molto florida, ma trovano il tempo di dedicarsi anche ad opere caritatevoli, accogliendo quando se ne dà l’occasione viandanti e assistendo malati e anziani. Le figlie diverranno carmelitane scalze. Teresa perderà piccolissima la mamma e le farà da mamma la sorella Paolina, il padre finirà in un ospedale psichiatrico, questo ci dice che la via della santità è possibile anche nelle difficoltà e nelle sofferenze. Entrambi i coniugi Martin diventeranno santi anche nel dolore la santità è possibile. Entra nel Carmelo giovanissima, anche grazie a una dispensa papale. La vita reale del monastero dipana le sue illusioni romantiche, ma, proprio in quel luogo, vuole seguire Gesù. Non sono rari i casi in cui viene trattata male, ma Teresa non si arrende, ama specialmente chi non la comprende e le è ostile. Nel 1925 è stata dichiarata santa e una pioggia di rose ha fatto cadere sulla Chiesa. Bella è l’immagine di Teresa in un santuario a Verona dove Teresa prende il sangue di Cristo crocifisso e questo diviene petali di rose che la santa riversa sugli uomini. Teresa voleva che tutti i peccatori potessero attingere al sangue di Gesù crocifisso che salva. Per Teresa – che vive in periodo di Giansenismo il quale affermava che Dio bisogna meritarselo – Dio è colto come colui che viene incontro gratuitamente e gratuitamente ci abbraccia e ci ama; gratuitamente si prende cura della sua piccola creatura. L’amore di Dio per Teresa è un amore a prescindere. Teresa è patrona delle missioni. Che strano, proprio una monaca di clausura. Teresa vuole essere nella Chiesa l’amore che sta nel cuore e che tocca tutto, non un solo ambito. Teresa vuole essere ovunque e con Dio lo può essere. Sostiene con la sua preghiera missionari e sacerdoti, divenendo “missionaria” anche lei. Con la sua preghiera, pur rimanendo chiusa in un piccolo monastero di Francia, risponde alla sua vocazione: portare Cristo sino agli estremi confini della terra. La preghiera e l’offerta per i sacerdoti toccò profondamente p. Mario Venturini tanto che la volle come una delle patrone della Famiglia da lui fondata. Si pensa che uno delle frasi più significative di p. Mario sia proprio tratta dalla spiritualità teresiana: «Amare e far amare, riparare e far riparare». È bello pensare che la vita di Cristo sia possibile approfondirla anche grazie alla storia di una piccola-grande anima come quella di Teresa di Lisieux.
P. Giò – Loreto – Maris Stella