«Un giorno una coppia chiese ad un saggio: “Che cosa dobbiamo fare perché il nostro amore duri?”.
Il saggio rispose: “Amate insieme altre cose”».
Mi sembra che questo brevissimo racconto esprima bene che l’amore non può essere rinchiuso in un cofanetto di gioielli, ma ha bisogno di respiro, di essere condiviso e alimentato. Questa frase, quindi, indica che l’amore ha, contemporaneamente, diverse direzioni.
È un amore verso la sposa o lo sposo, perché si vuole che questo amore duri, ma, allo stesso tempo, viene messo in evidenza che non può essere un amore egoistico e chiuso in sé stesso: la coppia quando esce da sé ritrova sé stessa.
È un amore verso sé stessi, perché se l’amore dura, conserva sé stessi e gli altri e li rende migliori.
È amare insieme altre cose: è un amore raddoppiato, centuplicato, un amore che è disposto a diventare famiglia, a diventare Chiesa, a diventare società e, quindi, tutto ciò che tocca è abitato dall’amore.
Tutto ciò che è stato toccato dall’amore è amore.
Ciascuno di noi è stato fatto dall’amore di Dio: “Vide che era cosa molto buona”. Il Signore stesso si stupisce di fronte a noi che siamo opera sua. Allora, guardiamoci con questo sguardo stupito; guardiamo gli altri con questo sguardo meravigliato; guardiamo Dio Padre con questo sguardo di figli.