Chissà quante porte abbiamo attraversato nella nostra vita! Ogni porta ci ricorda un passaggio; la porta collega l’interno con l’esterno, un luogo ad un altro: è il luogo del passaggio. Pensiamo ai “passaggi” della nostra vita che ci fanno procedere, per gradi, da una crescita ad un’altra.

Aprire una porta, è farsi conoscere, è vivere una nuova esperienza. Gesù nel Vangelo (Cfr. Gv 10) si presenta come la porta delle pecore: Egli, come il pastore, fa uscire le pecore dall’ovile per condurle al pascolo. Lo stesso termine greco che noi traduciamo con “ovile”, raffigura l’atrio del tempio;quindi, Gesù conduce i suoi discepoli fuori dal Tempio. Anche noi, come i suoi discepoli, ci incamminiamo dietro Lui, mettendoci alla sua sequela, sicuri di trovare accoglienza, ristoro, conforto, salvezza e forza.

Gesù ci chiama ad essere con lui: porta.

Ci rendiamo conto che non sempre la nostra porta è aperta per tutti, non sempre siamo così pronti e disponibili. Allora, anche oggi, il Signore ci invita ad essere con lui “porta”:

  • porta aperta, che accoglie e lascia entrare;
  • porta aperta, che lascia trasparire quello che c’è dentro;
  • porta che richiede sempre disponibilità e accoglienza.

Chiediamo al Signore, allora, anche oggi, di poter aprire sempre quelle porte chiuse.

Vogliamo ricordare tutte le porte che abbiamo attraversato, tutte le persone che ci hanno accolti, tutte le persone che ci hanno dato fiducia, tutte le persone che ci hanno dato spazio nella loro vita; vogliamo, anche oggi, essere una porta aperta, una porta accogliente, una porta disponibile per tutti.

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