Mi viene in mente quando studiavo teologia e finalmente ero arrivato all’ultimo anno: il sesto. Perché in teologia sono sei gli anni di studio, cinque sono troppo pochi. L’ultimo esame, prima di conseguire la laurea in teologia, era proprio sul tema fondamentale del Dio vivente: il mistero della Santissima Trinità. Mi ricordo che ero talmente contento del fatto che fosse l’ultimo esame, che ho deciso di impegnarmi ancora di più nello studio, rispetto alle materie precedenti. La cosa particolare, e ho ancora il manuale nella mia libreria, è che l’autore del libro, dopo più di 400 pagine, in cui ha trattato il tema della Santissima Trinità, conclude con queste parole: “Nonostante tutto quello che si è potuto dire sulla Santissima Trinità, ricordiamoci che la Santissima Trinità è un mistero”.
Quest’anno, a causa del coronavirus, tanti Bambini hanno dovuto rimandare il giorno della loro Prima Comunione. Ci ricordiamo la nostra Prima Comunione? Che cos’è successo quel giorno? Siamo diventati amici di Gesù. Perché “credo in Dio”, Padre-Abbà, che fa tutto per il mio bene, ma credo nel Figlio, cioè Dio che capisce che ho bisogno di vederlo, di parlargli, di toccarlo, di stare con Lui, di cibarmi del Suo Corpo, cioè che sia, per così dire, a portata di mano, e si incarna nel seno della Vergine Maria e nasce come vero Uomo, ma rimane vero Dio. Cari Ragazzi, vi ricordate quando ciascuno di noi doveva andare ad una festa? Com’eravamo contenti… perché quando si va ad una festa ci si prepara, ci si veste bene, ci si profuma, perché è un momento bello. Ma quelle feste finiscono. Mi ricordo con quanta foga i Bambini del Catechismo, a Roma, cantavano, facendo anche loro i gesti, l’Alleluia delle Lampadine: “La nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà. Perché la festa siamo noi che camminiamo verso Te”. C’è una festa che non finisce mai, questa festa si chiama Eternità, si chiama Paradiso, cioè una festa senza fine, una festa dove non possiamo mai dire “Peccato… È finita”, perché non finirà. E questa festa ce l’ha ottenuta il Figlio, incarnandosi, venendo qui, aprendo le braccia sulla Croce, per abbracciarci.
Tutti siamo chiamati a testimoniare ed annunciare il messaggio che «Dio è amore», che Dio non è lontano o insensibile alle nostre vicende umane. Egli ci è vicino, è sempre al nostro fianco, cammina con noi per condividere le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre speranze e le nostre fatiche. Ci ama tanto e a tal punto che si è fatto uomo, è venuto nel mondo non per giudicarlo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Gesù (cfr Gv 3,16-17). E questo è l’amore di Dio in Gesù, quest’amore che è tanto difficile da capire ma che noi sentiamo quando ci avviciniamo a Gesù. E Lui ci perdona sempre, Lui ci aspetta sempre, Lui ci ama tanto. E l’amore di Gesù che noi sentiamo è l’amore di Dio.