La prima figura biblica della quale desidero parlare è uno dei patroni dell’Opera di padre Mario Venturini: Giovanni discepolo, apostolo e annunciatore della bella notizia. Non sono rari i testi in cui p. Mario ricorda questa figura; la vede come il modello del vero discepolo. I santi, nella lettura che di loro ne fanno i cristiani, sono quelli che concretizzano più integralmente la Vita divina in loro; quella vita che Gesù incarna e annuncia. Il discepolo Giovanni imparò accanto al Maestro, e, con lui, a vivere come lui. In quell’ora decima lo segue nell’intimità. È testimone oculare degli eventi di rivelazione, lo vedrà trasfigurato sul Tabor e sfigurato dal dolore sul Golgota. Riceverà un privilegio ineguagliabile: durante l’ultima cena, appoggerà il suo capo sul petto del Divino Maestro, sul suo Cuore! Gesù avrà per lui un amore intenso. Giovanni ha fatto un profondo cammino per divenire il discepolo che noi conosciamo. Si racconta che fu mandato in esilio ma prima fu accecato. Ha perso la luce degli occhi, ma non quella del cuore del discepolo amato capace di puntare lo sguardo in alto. Mi piace l’immagine che lo rappresenta: l’aquila, l’unico essere vivente, secondo gli antichi, capace di fissare lo splendore della luce del sole senza essere accecato. E questa Luce, che brilla nelle tenebre, questa Gloria dell’Unigenito del Padre, Giovanni la contemplò e la racconta a noi, perché crediamo che Lui è il Risorto. Su Giovanni, un influsso considerevole lo ha avuto la Madre di Gesù, che egli, a nome di tutta la Chiesa, riceve come testamento dal Maestro morente sulla Croce quel venerdì pomeriggio, quando si compì l’Ora del Figlio dell’uomo. È stato proprio Gesù, dall’alto della croce, nel momento culminante della Redenzione, a pronunciare le parole che avrebbero “consacrato” per sempre la Madre al discepolo fedele e amato e questo alla Madre, quando disse: «Donna, ecco tuo figlio», e a Giovanni: «Ecco tua Madre» (Gv 19,25-27). Da quel giorno, infatti, egli la accolse “fra le cose sue più care”. Li possiamo vedere con la mente del cuore ripercorrere, uno accanto all’altra, la strada di ritorno dal Golgota, dove hanno rivisto le macchie del Sangue del Redentore sparso e raggrumato sui ciottoli della via della croce, e poi, a casa, dove era rimasto soltanto lui a proteggere e custodire la “Madre del giustiziato”, che tutto il popolo, all’unanimità, aveva voluto crocifisso. Poi ancora, in quei tre giorni cruciali, dove il silenzio provoca il frastuono della memoria, immaginiamo Giovanni accanto alla Madre di Gesù e, ormai, anche sua, in preghiera; e attingere dalla salda fede di Lei, una nuova speranza nella Risurrezione di Gesù. E via via – nello scorrere dei giorni e degli anni – apprendere da Lei ogni cosa; rivivere con Lei il Santo Sacrificio di Gesù nel memoriale della Santa Cena; trovare in Lei sostegno nelle fatiche, sollievo nell’apostolato, rifugio nelle persecuzioni. Si è instaurata tra il Discepolo e la Madre un’intesa peculiare, rafforzata da due comuni affinità e somiglianze: la verginità e il legame di amore a Gesù Crocifisso e Risorto.
Padre Giò – Loreto – Casa Maris Stella